1992 …solo a sentire quel numero, quelle quattro cifre, il mio stomaco si rivolta e si innesca uno strano meccanismo, come un vecchio registratore a nastro che si riavvolge velocemente per tornare al punto iniziale, il punto dove è cominciato tutto. Quello è stato un anno molto particolare, tanti fatti, tante storie, tanti ricordi… Tony Gentile
Una Palermo così lontana e così vicina, una moltitudine di sguardi e di terrazzi, di bambini e di soldati, di violenza e di fede, di gente comune e di uomini eccezionali, un formicaio di silenzi e di parole gridate, un labirinto di voci e vite che condividono le stesse strade: l’occhio di Tony Gentile è spalancato sulla città, tutto registra, tutto strappa al tempo. Il 1992 ha cambiato la nostra storia, la storia collettiva del Paese. Parte di questa Storia è stata scritta nel cuore sfaccettato di Palermo, tra tensioni sociali, politiche, economiche. Una città in cui la quotidianità è inframezzata da morti ammazzati, la faccia più eclatante del fenomeno mafioso. Con una brutalità glaciale la violenza definisce una sua ritualità, che Tony Gentile restituisce cucendo un’unica trama con i riti della città, fatta di mercati e matrimoni, di processioni e processi. Tutti noi assistiamo a qualcosa di eccezionale anche nel più insignificante dettaglio. Tutti noi inseguiamo lo sguardo innocente dei bambini che riempiono gli spazi urbani e disegnano traiettorie di un futuro non scritto ma possibile, alternativa ad un presente che turba e disturba. Con uno stupendo bianco e nero che parla la lingua della memoria, Tony Gentile ci consegna la presenza, il pensiero, il cruccio dell’esistere quotidiano rivelato dagli sguardi rubati a tanti palermitani, la rabbia e il dolore delle folle scosse dalle stragi del 1992, raccontati dai lenzuoli appesi, il grido di giustizia e voce di una città non più intorpidita: “mafiosi inginocchiatevi”, “Palermo vuole vivere”. Un monito per interrogarci sul nostro presente. Filippo Ozzola, Poleis Soc Coop