E’ un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. Sempre più spesso gli amici e i conoscenti mi dicono che mi invidiano per i miei viaggi o per le situazioni in cui mi trovo o i personaggi che incontro durante il mio lavoro. In effetti è vero, sono fortunato, ma questa fortuna non arriva facilmente, ha alle spalle un durissimo lavoro e tanta fatica 19.000 km in 9 giorni e in 7 voli, sveglia ogni giorno alle 4 del mattino, dormire solo poche ore per notte, temperature intorno ai 40 gradi e con un tasso di umidità degno di un bagno turco. Questi sono solo alcuni aspetti di questo ultimo assigment. Ho coperto il viaggio Apostolico di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. Ma per fortuna non è stato solo questo, e la fatica è stata ampiamente ripagata da una serie di cose certamente più interessanti. Innanzitutto riuscire ad ascoltare la voce di Papa Francesco nella sua semplicità e spontaneità. Potere parlare con lui nel momento in cui viene a salutare, uno ad uno, i giornalisti ammessi al volo Papale è un’emozione impagabile.
Il suo sguardo attento alle cose che gli dici e la voglia di accontentare i desideri e le richieste di tutti provocano delle emozioni non spiegabili a parole. Poi c’è l’aspetto professionale. Chi ama questa professione sente meno la fatica, sa perfettamente che gli sforzi realizzati sono spesso ripagati da una buona foto o dai giornali che le pubblicano, allora ti dimentichi di tutto. Se poi le foto, oltre che buone, sono anche storiche allora è tutto perfetto. L’incontro con Raul Castro, quello con Obama alla casa bianca, il discorso, la prima volta in assoluto per un Papa, al congresso degli Stati Uniti, quello all’assemblea generale dell’ONU e un toccante incontro con alcuni detenuti del carcere di Philadelphia, sono momenti unici.
Questo viaggio è stato particolare proprio per questo, tanta fatica ma anche tanti avvenimenti storici ed importanti. Ed anche questa stavolta non ho mancato il mio personale appuntamento con la Storia.
Scrivi un commento