“Al Al …. look up Al..!!!!!” “Milla, Ethan look at me, make a wave!!!!!!” “Charlotte over your shoulder!!!” Dopo 12 giorni le urla assatanate dei fotografi, sul red carpet della 71esima mostra del cinema di Venezia, rischiano di diventare insopportabili
Tutti vogliono lo sguardo fisso in macchina, magari con un bel sorriso a 32 denti, e poi, dopo che hanno fatto la loro foto e il personaggio di turno gli ha regalato il ritratto “esclusivo” e magari si gira per concedersi anche agli altri fotografi, loro continuano a urlare “di qua, di qua…. look at me, guardami!!!” . A volte i personaggi sono ipnotizzati da queste urla e non sanno cosa fare, girano lo sguardo in continuazione da destra a sinistra, dall’alto in basso con gli occhi impauriti da un centinaio di esseri urlanti che li aggrediscono con le loro grida appena poggiano il piede sul tappeto rosso. E’ difficile dire con precisione perché lo fanno, le motivazioni sono diverse, ognuno di loro ha un target diverso e ha bisogno di un determinato tipo di foto, quindi spesso se non usano questi sistemi non riescono ad ottenere la foto che serve per il loro business. Devono essere sicuri di portare a casa il loro servizio e pertanto è quasi un obbligo fare così. E poi cosa sarebbe un red carpet silenzioso, un mortorio, no? Non sarebbe possibile. Questo fa parte anche del colore del festival, la gente viene qui anche per assistere a questo spettacolo del jet set, non solo per vedere gli attori ma anche per assistere a questo piccolo e rumorosissimo spaccato di vita mondana. E allora, che vada così, ma vi assicuro che bisogna avere veramente tanta pazienza per sopportare questo spettacolo quotidiano per quasi 10 ore al giorno.
E’ per questo, forse, che in queste due settimane di divertente e faticoso assigment ho provato ogni tanto ad isolarmi e non sentire il caos che si animava attorno a me e mi sono concentrato sul red carpet. Si, proprio sul tappeto, sul suo colore, su cosa ci succedeva sopra, cosa lo calpestava, sugli accostamenti cromatici e le geometrie. Insomma un gioco da Instagam che alla fine ha prodotto una serie di foto che mi hanno divertito e mi hanno permesso di passare in modo più rilassante e divertente queste due settimane di lavoro in compagnia di amici e colleghi.
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