Martedì 19 Aprile 2005, dopo il papato di Giovanni Paolo II, durato quasi 27 anni, viene eletto il nuovo Pontefice. È il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, quel giorno in piazza San Pietro ad aspettare la fumata bianca io c’ero. Sabato 31 dicembre 2022, il Papa emerito Benedetto XVI all’età di 95 anni muore. Nonostante io non faccia più attivamente il fotogiornalista, e sebbene fossi fuori Roma, ho deciso di esserci anche questa volta a San Pietro per raccontare un altro momento storico e per chiudere un capitolo della mia vita professionale, quello dedicato a Papa Benedetto e alla sua vita, non priva di contraddizioni e di sconvolgimenti.
Dal 2005 al 2022, 17 anni pieni di eventi, cerimonie, incontri ufficiali e viaggi apostolici in giro per il mondo. In questi 17 anni io sono stato presente tante volte e ho realizzato tante fotografie per raccontare tutto questo. A Cuba con Raúl Castro, in Terra Santa nei luoghi sacri del cristianesimo oppure in Brasile; oppure in una delle ultime apparizioni pubbliche prima delle dimissioni in cui arrivò in elicottero nella Basilica di San Giovanni, fatto del tutto eccezionale e che mi spinse a rischiare ed aspettarlo fuori anziché dentro la cappella dove lo aspettavamo abitualmente. Lui arrivò per la prima volta con un bastone mostrando una certa stanchezza e difficoltà fisica nel camminare, quello fu un preludio simbolico alle sue dimissioni, che arrivarono inaspettatamente soltanto 20 giorni dopo.
O il caso Vatileaks con il maggiordomo infedele che trafugava importanti documenti. E come non ricordare le occasioni in cui riuscii a fotografarlo insieme a Papa Francesco. Non succedeva spesso, in 9 anni si sono incontrati pubblicamente in pochissime occasioni, 3 o forse 4 volte, e in un paio di queste ho avuto l’opportunità di esserci ed assistere ad un importante quanto insolito momento storico.
L’ho detto tantissime volte e non mi stancherò mai di affermare il grandissimo legame che esiste, secondo me, tra fotografia e memoria. Ho sempre immaginato il mio lavoro come una costruzione quotidiana di un racconto destinato ad essere letto a distanza di tanti anni, la costruzione di un archivio visivo pieno di fatti di cronaca che un giorno verranno riconosciuti collettivamente come importanti pezzi di storia. Questo ho sempre amato fare e la vita mi ha dato l’opportunità di farlo. In questo racconto c’è un piccolo pezzo di una delle tante storie importanti che ho avuto la fortuna di incrociare nel mio percorso.
Lavorare a distanza ravvicinata con personaggi di questa levatura è sempre molto emozionante ma allo stesso tempo le cose a volte sono più semplici e spontanee di quanto si possa immaginare. È successo infatti che un giorno, poco dopo il suo insediamento, il responsabile della sala stampa Vaticana mi introdusse al Papa Benedetto dicendo “Santità, lui è Tony Gentile dell’agenzia di stampa Reuters” prontamente il Papa, pensando che io fossi inglese mi chiese “Ah, do you come from England?” e io perentoriamente risposi “No! I’m sorry, I come from Sicily” La risata gli venne spontanea, come si vede anche dallo sguardo di Georg.
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