Tony Gentile aprile, 2020

Un matrimonio da Re

Uno dei mie primi incontri con la fotografia professionale risale a quando avevo 12/13 anni e siccome ero molto alto, per l’età che avevo, ero stato ingaggiato come assistente da un fotografo lontano parente di mia madre, lo zio Angelino, così lo chiamavamo anche se in realtà non era nostro zio. Forse assistente è una parola grossa, tenevo il flash durante i matrimoni. Lo zio Angelino era molto bravo nella fotografia matrimoniale, nella ritrattistica in studio, nella camera oscura e nel foto ritocco, quello vero però, quello fatto con i pennelli sottilissimi e l’inchiostro di china, non con Photoshop. Questa esperienza giovanile mi è stata utilissima in varie fasi della mia carriera professionale. Negli anni 90, parallelamente ai servizi di cronaca che realizzavo per i giornali, quando ne avevo l’opportunità, facevo anche dei matrimoni. E lo facevo a modo mio, avevo aperto una strada che in quegli anni, in cui i matrimonialisti palermitani lavoravano solo ed esclusivamente con il medio formato, era controcorrente. Fotografare il matrimonio in 35 mm utilizzando le tecniche di ripresa più reportagistiche e portando gli sposi in luoghi insoliti per Palermo era in effetti un’azione quasi rivoluzionaria. Ad un certo punto, dopo che nella mia città esplosero un paio di bombe e che il lavoro con l’editoria diventò sempre più duro e intenso, decisi di abbandonare la fotografia di cerimonia dedicandomi esclusivamente al fotogiornalismo e nel 2003 mi trasferii a Roma per lavorare cone staff photographer di Reuters. A quel punto credevo di avere smesso definitivamente con i matrimoni ma non è stato così perché anche per Reuters, più di una volta, mi è capitato di fotografare sposi, un paio di Principi e qualche VIP. “Sì, addirittura un paio di Principi”, starete pensando. Certo non ero il loro fotografo ufficiale ma comunque il giorno delle loro nozze c’ero anch’io. I primi sposi che mi sono passati davanti sono l’attrice francese Clotilde Courau e suo marito Emanuele Filiberto di Savoia.

Gli ospiti erano di prim’ordine, dalla rock star Johnny Hallyday ai grandi stilisti Pierre Cardin e Valentino, oltre tanti giovani rampolli delle più antiche casate nobiliari d’Europa. Però niente di speciale, una postazione organizzata fuori dalla chiesa per un numero indefinito di fotografi e cineoperatori, le solite risate tra colleghi nell’attesa e il gioco di fuoco di flash che esplodono contemporaneamente in pochi minuti al passaggio degli sposi. Qualche anno dopo è stata la volta di un personaggio che Principe in realtà non è, ma è di più, è l’ottavo Re di Roma, ovvero Francesco Totti che convolò a nozze nel 2005 con Ilary Blasi. Si sposarono, manco a dirlo, a Roma nella chiesa di Santa Maria dell’Aracoeli, quella della famosissima scalinata accanto al Campidoglio. Il capitano e Ilary, nonostante una insolita pioggia estiva che aveva reso scivolosi i gradini, discesero quella scalinata come un’imperatore Romano e la sua consorte regalandosi alle centinaia di tifosi che volevano festeggiare quel momento insieme a loro.

Ma il matrimonio che vi racconto oggi è uno di quelli che passano alla storia come “il matrimonio del secolo”. Le nozze tra William Arthur Philip Louis Mountbatten-Windsor, duca di Cambridge, figlio di Carlo, principe del Galles, nipote della Regina Elisabetta II del Regno Unito. Insomma l’erede al trono d’Inghilterra (forse) e la sua sposa Catherine Elizabeth Middleton, meglio nota come Kate Middleton. Come tutte le storie grosse anche in questo caso la fase della preparazione è particolarmente lunga. Le nozze si celebreranno il 29 aprile 2011 quindi io arrivo a Londra un paio di giorni prima, c’è una lunga trafila burocratica per il ritiro degli acrediti ed è meglio non rischiare, poi bisogna prendere le misure con la città che è completamente bloccata. Inoltre il giorno prima ci sono alcuni eventi collaterali da seguire e io vado al Mandarin Oriental Hotel, di fronte Hyde Park, dove ci sarà una cena prematrimoniale (una specie di addio al celibato) i cui invitati sono un gruppetto di Re e Regine di tutto il mondo, Re del Togo, Regina di Spagna, Regina di Norvegia e altri ancora. Insomma mancavano solo i re di cuori, quadri, fiori e picche e il mazzo era completo. Per recarmi in hotel prendo un taxi e nel tragitto mi fermo da un ferramenta per comprare una scala. Non dovevo pulire i lampadari dell’hotel ma sovrastare la massa di fotografi che sicuramente avrei trovato già in postazione fuori dall’ingresso dell’albergo. Non bado a spese e prendo una scala alta più di 2 metri che, nonostante le dimensioni comode dei taxi inglesi riesco a malapena a fare entrare, con leggero disappunto del taxi-driver. Un pezzo di scala usciva addirittura dal finestrino. Come al solito la serata finisce tardi e la mattina si comincia presto, appuntamento per la colazione e ripasso del briefing alle 5:00 e alle 6:00 siamo già per strada diretti ciascuno nelle proprie postazioni, chiaramente a piedi visto che è tutto bloccato e non circolano neanche i taxi e da Westminster Bridge, dove è il mio albergo e Buckingham Palace la strada è tanta, soprattutto se sei anche pieno di attrezzatura fotografica da trasportare.

Come al solito siamo tanti fotografi coinvolti nell’operazione Royal Wedding, ognuno di noi ha una diversa postazione. Il matrimonio si celebrerà nell’Abbazia di Westminster alle 11.00 ma io sarò in un altro luogo, esattamente di fronte Buckingham Palace da dove gli sposi si affacceranno per salutare la popolazione festante e per il fatidico bacio. Sì, in effetti sarebbe anche una buona foto se non fosse che la mia postazione è talmente lontana che ha un CAP diverso da quello del Palazzo. Poco male, ho un 800 mm con relativo duplicatore 2x, qualcosa vedrò. Devo solo aspettare, dalle 7:00 alle 13:30, orario previsto del bacio.

Il clima è quello tipico inglese, grigio, ma l’importante è che non arrivi la pioggia anche se sono attrezzato anche per quello con coperture di ogni tipo sia per gli obiettivi che per il computer. Per ammazzare il tempo io comincio comunque a fare delle foto anche prima perchè il mondo di gente che è presente già dalle prime luci dell’alba è curioso e variegato e non posso lasciarmi sfuggire questa occasione. Inoltre bisogna cominciare a mettere delle foto di “colore” già in circuito per raccontare l’atmosfera di festa che si vive a Londra.

Intorno alle 10:50 qualcosa comincia a muoversi e alcune vetture cominciano a passare davanti la postazione in cui io mi trovo, tra queste anche quella che trasporta la futura sposa e suo padre verso l’Abbazia di Westminster, dove il principe William la sta aspettando.

Adesso mi tocca attendere il rientro degli sposi al palazzo. Spero facciano in fretta. In realtà tra una cosa e l’altra passano più di due ore, si sa come sono lunghe le cerimonie importanti. Inoltre dopo la cerimonia nuziale gli sposi percorreranno in carrozza tutto il tragitto che da Westminster Abbey conduce a Buckingham Palace passando per le principali strade di Londra strapiene di sudditi. Quindi devo armarmi di santa pazienza e attendere. Finalmente ci siamo, sono passate da poco le 13:00 e vedo la carrozza in lontananza provenire da The Mall, adesso li ho sottotiro e li fotografo. Sono raggianti gli sposini, soprattutto Kate, lui forse sembra un pò imbarazzato. Al loro seguito su altre carrozze i parenti stretti, meglio conosciuti come “i parenti rà zita” tra cui Pippa Middleton, che ha provato a togliere la scena a Kate, e i genitori degli sposi, contentissimi anche loro.

L’eccitazione della gente in attesa del fatidico bacio affacciati dal balcone principale di Buckingham Palace si fa sempre più forte, non si capisce se è solo per curiosità o perchè sentano veramente la potenza del momento, il futuro Re d’Inghilterra, il loro sovrano. Io non lo capisco ma sicuramente loro sentono qualcosa di importante. E poi finalmente comincio a puntare quel balcone, la macchina con il suo obiettivo 800mm e duplicatore è piazzata su un treppiedi e agganciata ad una gamba del cavalletto c’è una seconda camera con una lente più corta comandata con un remote control. Non so se avrò il tempo di cambiare macchina fotografica e inquadratura quindi meglio mettersi al sicuro e scattare contemporaneamente due fotografie diverse, poi si vedrà. Ed ecco che alle 13:25 in punto la coppia di sposi si affaccia e saluta divertita, e credo anche un pò emozionata, la folla. Io comincio a scattare, sono veramente lontano, l’aria che intercorre tra la mia lente e i soggetti non è limpida e molte foto non sono buone, sono impastate, come si dice in gergo, quindi bisogna scattare tanto. Sicuramente qualcosa di buono ci sarà.

La giornata è quasi conclusa, quasi perchè devo attendere ancora 2 ore per vedere il Principe e la Principessa lasciare il palazzo a bordo della Aston Martin DB6 MKII di Papà Carlo. Solo in quel momento, poco dopo le 16:00 dopo appena 12 ore dalla mia sveglia, dalle radio trasmittenti collegate con gli editors ci arriva il segnale che tutto è veramente finito, via libera, sciogliete le righe o, come si direbbe a Palermo “agnieddu e sucu e finiu u vattiu”.

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